È quanto chiede l'Associazione nazionale Free Rivers, che riunisce centinaia di gruppi, associazioni, comitati e cittadini attivi per la tutela dei fiumi italiani. La misura riguarda tutte le derivazioni idriche, a fini idroelettrici e irrigui: la quantità d'acqua che rilasciano deve essere tale da consentire un buono stato ecologico. La qualità, in questo caso, è infatti strettamente legata a quanta acqua scorre nel corpo idrico.
Da questo dipende anche la capacità dei fiumi di auto-rigenerarsi, consentendoci di vivere in un ambiente più sano e pulito. Oggi solo il 40% dei corsi d'acqua italiani ed europei raggiunge lo stato ecologico buono.
Per ottenere un miglioramento, la direttiva acque del 2000 e le linee guida del Ministero dell'Ambiente approvate nel 2017 prevedono di passare dal Deflusso Minimo Vitale al Deflusso Ecologico. Le Regioni devono adeguarsi, per evitare di pagare multe per infrazione comunitaria. In questo quadro, desta preoccupazione il regolamento approvato dal Piemonte a fine dicembre 2021 sul Deflusso Ecologico.
Le associazioni ambientaliste si aspettavano un incremento dei rilasci, mentre è in corso una pericolosa operazione di greenwashing.
Esaminando nei dettagli la proposta regionale, infatti, è emerso che i rilasci complessivi su base annua, e in particolare nei mesi in cui si verificano le condizioni di magra, saranno inferiori al Deflusso Minimo Vitale attualmente vigente.
Free Rivers si unisce a Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, Pro Natura e Cipra Italia per chiedere che il regolamento piemontese venga attentamente valutato dagli enti scientifici e dagli organismi comunitari responsabili della tutela dei corsi d'acqua. Il timore riguarda non solo il Piemonte, ma tutte le altre Regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, che non hanno ancora adottato simili provvedimenti e che potrebbero ispirarsi al modello piemontese. In Lombardia, l'applicazione del Deflusso Ecologico come in Piemonte potrebbe cancellare i risultati ottenuti in Valchiavenna e Valtellina, dove, dopo sei anni di studi sperimentali e la vittoria di due ricorsi (l'uno al Tribunale superiore delle Acque pubbliche, l'altro in Cassazione), la Regione è riuscita a imporre un aumento del Deflusso Minimo Vitale per le derivazioni idroelettriche.
Questo importante risultato deve essere consolidato con il passaggio al Deflusso Ecologico. Free Rivers confida che la Regione Lombardia sia più saggia e prevalga un approccio scientifico, fondato sulla cautela. La crisi climatica e non solo le forti pressioni antropiche, i tanti e diffusi prelievi e/o l’inquinamento mettono sempre più in crisi i corpi idrici: il Deflusso Ecologico deve essere definito prioritariamente per la tutela del corpo idrico e non per far fronte alle esigenze degli utilizzatori.
In Veneto, intanto, si è scelta la strada del rinvio. Per la Regione, l'applicazione della normativa sul Deflusso Ecologico contrasterebbe con i principi dell'eccessiva onerosità socio economica rispetto al beneficio ambientale. Ma è sotto gli occhi di tutti come, per esempio, un grande fiume come il Piave sia ridotto sempre più a lungo a un rigagnolo e questo vale anche per i corsi d’acqua Appenninici. Per Free Rivers, il passaggio dal Deflusso Minimo Vitale a quello Ecologico non è solo questione di termini: è un cambio di paradigma per cui la vita del fiume assume primario e fondamentale valore. Viene così superata la visione del corso d'acqua come canale artificializzabile e i pur legittimi interessi dei produttori di energia idroelettrica e agricoli non possono in alcun caso compromettere l'equilibrio ecologico dei fiumi e la qualità dell'ambiente in cui tutti viviamo.